destionegiorno
IO
Dammi le tue ali amico mio
che lieve al cielo possa io salire,
e nuovi sguardi aver di questo mondo,
lontani da ogni singolo dolore
e non subir dell’ira la prigione
che con catene lega il mio vedere.
E non sentire più questi tormenti,
i... leggi...
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Giampaolo Ventoruzzo
L’inverno mesto prepara le valigie
e in cielo il sol più a lungo ci sorride,
in questo tempo che primavera attende
tutto il contado in maschera s’accende.
Ognuno muta stato e si traveste,
regala ognun sorrisi in queste feste
e per le strade e piazze si ritrova
per assaggiar quell’aria tutta nuova.
La maschera nasconde ogni dolore,
ognuno è re, è mago, è un dottore,
povero o ricco ognun vuole stupire
perché una volta l’anno è lecito impazzire.
In questa frenesia d’ogni borgata
alla farina si aggiunge la patata,
un pizzico di sale a dar sapore
che mano forte tratta con amore.
Poi, quell’impasto a pezzi si fa biscia
e in parti uguali divisa è ogni striscia,
ogni pezzetto dai rebbi vien graffiato
per esser poi nell’acqua cucinato.
Quando si mostra sopra quella schiuma,
il desiderio dell’attesa sfuma
e insieme al condimento preparato
è pronto per l’incontro col palato.
Ognuno all’altro offre il suo sorriso
mangiando il gnocco che rende tondo il viso,
ad ogni dama fa il cavalier l’inchino
tenendo in mano un calice di vino. | |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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«E’ un momento triste, tra guerre e pandemia. Non è facile scrivere versi spensierati o giocosi. Ma anche l’animo ha bisogno di cercare un po’ di serenità, pur nella tristezza d’immani sofferenze altrui.» |
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