destionegiorno
IO
Dammi le tue ali amico mio
che lieve al cielo possa io salire,
e nuovi sguardi aver di questo mondo,
lontani da ogni singolo dolore
e non subir dell’ira la prigione
che con catene lega il mio vedere.
E non sentire più questi tormenti,
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Le sue poesie
La prima poesia pubblicata: Carità (06/04/2010)
L'ultima poesia pubblicata: C’e ancora tempo (03/09/2024)
Giampaolo Ventoruzzo vi propone:
Icaro (09/10/2020)
La poesia più letta: I miei tormenti (06/07/2010, 3241 letture)
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Giampaolo Ventoruzzo
| IO
Dammi le tue ali amico mio
che lieve al cielo possa io salire,
e nuovi sguardi aver di questo mondo,
lontani da ogni singolo dolore
e non subir dell’ira la prigione
che con catene lega il mio vedere.
E non sentire più questi tormenti,
i troppi turbamenti che teniamo
nascosti in questo corpo labirinto
che lacero ci mostra le ferite
per quanta sofferenza si consuma
in questa folle vita che viviamo.
Da quello spazio, privo di confini,
saprò scordare ogni turbamento,
dell’ingiustizia il peso sarà lieve,
della menzogna non sarò più schiavo.
Ogni soffrire non avrà più volto
e libero il pensiero dalle pene.
ICARO
Mio padre costruì le grandi ali
per sollevarci da quegli antri scuri
che furono rifugio all’uomo toro,
che libero la morte solo rese,
e insegnarmi che si può lottare
per tutto ciò che solo conosciamo.
Io persi l’orizzonte nell’agire
attratto da quel cielo senza fine
e il grido disperato di mio padre
si perse nell’orgoglio di pensare
che, se salivo per guardare il mondo,
avrei trovato un senso al soffrire.
L’orgoglio mi portò sempre più in alto,
sicuro che la mente mia bastava
e non serviva ciò che non vedevo
se agli dei potevo farmi uguale.
Guardavo il mondo senza più vedere,
e quel pensiero sciolse le mie ali. |
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«Non si può essere troppo lontani dalle fatiche e sofferenze delle persone. Pensare che, avendo uno sguardo più distaccato, si possa meglio comprendere il loro dolore e le loro fatiche è non realistico.» |
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